sabato 10 marzo 2012

L'altro giorno ho passato il pomeriggio a rileggermi il mio vecchio blog, che ho tenuto per tutta la durata del liceo e buona parte dell'università. Così, sono giorni che penso di ricominciare a scriverne uno, non tanto perché qualcuno possa casualmente passare di qui e leggerlo, né tanto meno perché io immagini che qualche mio conoscente possa mettersi a cercare qualcosa su di me, per saperne di più, e riesca a trovare questo, che come nick non è neanche tanto fantasioso e ci vorrebbe poco a capire chi sono.
La realtà è che leggendo quel blog mi sono resa conto di quanto tempo sia passato, e di quanto, sebbene io ripeta a me stessa continuamente di sentirmi ancora diciassette anni, sono più grande, sono diversa, sono cambiata. L'altro giorno leggerlo mi ha intenerita e commossa, ma ora mi sento molto peggio, e nonostante credo la differenza fondamentale tra quella me e questa me sia la disperazione della prima e l'indifferenza della seconda, oggi mi sento esattamente come in quegli interminabili pomeriggi di tristezza, in cui rimuginavo su me e gli altri e il mondo e tutto mi sembrava negativo e senza senso; e mi sembra che tutto sia così anche adesso. Ho appena passato un'ora sdraiata sul letto a guardare il soffitto ingrugnata, e non lo facevo da anni. E per la prima volta da anni mi sento sola, abbandonata, incompresa.
Quando avevo diciassette anni e venivo continuamente lasciata dal ragazzo di turno, credevo che sarei stata felice solo diventando ciò che sono ora (lavorativamente parlando), ed avendo accanto una persona con la quale essere in completa simbiosi. In questi anni in cui tutto è cambiato, ed ho raggiunto ciò che volevo (e non credevo possibile), ho sempre pensato che sarei stata capace di essere felice, se avessi accettato che le persone cambiano e crescono, che io sarei cambiata e cresciuta, ed avremmo potuto farlo insieme; a causa di ciò che è successo nella mia famiglia, mi sono convinta che la sincerità è l'arma vincente e che, se fossi stata sempre sincera, ce l'avrei potuta fare.
So che lui è la persona per me, che ormai lo conosco troppo bene, e lui conosce me, per raccontarci bugie o nasconderci qualcosa, ma io oggi non sto bene, proprio per niente, e non capisco perché. Stamattina durante colazione ho detto che forse è perché, quando avevo diciassette anni, avevo tutti questi sogni, ed ora che li ho raggiunti, mi sembrano poca cosa, ma forse non è neanche questo, è che mi manca avere un nuovo obiettivo, un nuovo sogno. Credevo che avrei avuto accanto una persona con la quale sognare ad occhi aperti insieme, ma la realtà è che si sogna sempre da soli, e solo per culo, a volte, le idee coincidono. E di culo nella vita se ne può avere tanto o poco, di norma se ne ha un giorno un po' e un giorno niente, ed oggi proprio sembra che non vada, ed io non capisco più nulla, perché di stare senza lui non sarei mai, mai capace al mondo, e non lo voglio, ma non posso neanche immaginarmi così, in questo stato d'animo, ancora a lungo.
Proprio non capisco.
Com'è possibile che in un momento io mi senta come se fossimo una cosa sola? Ed ora mi senta invece così sola? Com'è possibile essere così felici e così disperati allo stesso tempo?

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